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A Porte Chiuse
A Porte Chiuse

regia-Marine Galstyan

coreografie-Sarghis Galstyan

disegno luci-Emiliano Pona

audio-Chiara Grillini

costumi-Naira Abgaryan

scenografie-Associazione Teatrale Pistoiese

con

Lorenzo Girolami

Sarghis Galstyan

Marine Galstyan

Claudia Mancinelli

Ines, Estella e Garcin. Due donne e un uomo spediti all’inferno: una stanza con una sola porta, chiusa, e all’interno tre sedie. Qui le persone si incontrano e scontrano per la prima volta. Hanno storie diverse ma anche qualcosa in comune: la ragione per cui sono lì a condividere quel vuoto. Nessuno strumento di tortura. diversamente da quanto si aspettavano, e per un attimo si credono salvi. Ma la sofferenza non si fa attendere e presto si accorgono di quanto sia feroce l’espiazione: inizia una lenta e crudele presa di coscienza della propria colpa ed ecco che il dramma personale di ciascuno viene allo scoperto. Ecco il vero inferno: è tutto nella loro mente, è un dolore eterno che si consuma nella loro psiche. Una rappresentazione del tutto originale che si fonde con la disciplina della danza e, precisamente, con il Tango (su musiche di Astor Piazzolla, René Aubry, Gothan Project, Mariano Mores) che con i suoi ritmi passionali e accattivanti è idiale per esprimere l’angoscia e disperazione dei personaggi, sopratutto quando il dolore gli rende muti.oprattutto quando il dolore li rende muti. Nel momento in cui sono impediti nel parlare, il corpo si ribella e libera il suo linguaggio. Da questa esigenza ed esperimento nasce una nuova ricerca teatrale che unisce diverse arti e le sintetizza in un unico stile espressivo. Un Dramma-Coreografia, nuova genere di danza e prosa, in omaggio a “Huis clos”- titolo originale di “A porte chiuse” - (1944), a cura della compagnia  “InControVerso” 

Il Grande Male
Il Grande Male

regia e testo-Sarghis Galstyan

scenografie-Gianluca Amodio

musiche-Jonis Bascir, Komitas, Avet Terteryan

costumi-Metella Raboni

luci-Giuseppe Filipponio

grafica video-Dario pelliccia

riprese-Mauro Petito

con

Stefano Ambrogi

Jonis Bascir

Vincenzo De MIchele

Ermanno De Biagi

Andrea Davì

Lorenzo Girolami

Sarghis Galstyan

Marine Galstyan

Claudia Mancinelli

Luca Basile

Arsen Khachatryan

Berlino, 1921. Lo studente armeno Soghomon Tehlirian è sotto processo per aver ucciso con un colpo di pistola Talaat Pascià, uno degli organizzatori del genocidio, rifugiato nel 1919 in Germania sotto falso nome, per sfuggire ad una condanna a morte per “crimine di lesa umanità” a danno delle popolazione armene residenti nell’Impero Ottomano. Dopo due giorni di processo è Talaat - del quale vengono ricostruite le atroci gesta e attraverso le drammatiche rivelazioni dei sopravvissuti chiamati a deporre - ad essere condannato moralmente: le prove a suo carico sono talmente terrifcanti che Tehlirian viene assolto per l’omicidio da lui compiuto. Gli atti processuali, dai quali nasce l’ispirazione e la scrittura dello spettacolo ”Il grande male”, sono una preziosa chiave per comprendere quell’immane tragedia che fu il genocidio armeno nel 1915: attraverso i dialoghi riportati fedelmente dalle testimonianze scritte e le immagini dell’epoca proiettate in scena si va a formare un vortice di informazioni documentate che guidano lo spettatore nel dramma degli avvenimenti di quegli anni, nel sistema della giustizia e portano luce su un capitolo dimenticato della storia dell’uomo. Attraverso la coralità di diciotto personaggi che intervengono nel processo avviene la ricostruzione documentata di molteplici episodi che vanno a formare un chiaro quadro del contesto politico nel quale il progetto genocidario venne messo in atto.

Blablateca Di Tango
tango

regia e testo-Sarghis Galstyan

scenografie-Gianluca Amodio

costumi-Metella Raboni

riprese-Mauro Petito

con

Stefano Antonucci

Marine Galstyan

Eleonora Scopelliti

Lorenzo Girolami

Danilo Muscarà

Sarghis Galstyan

Con lo spettacolo Blablateca Di Tango andiamo a scoprire il tango sotto un altro aspetto, un altro volto; un volto nascosto in un abbraccio amoroso che non si nota nel vortice di passione che si accende tra i due ballerini, a meno che quel volto non venga smascherato e reso riconoscibile sotto le luci del palcoscenico. Un volto brillante come uno specchio dove ognuno può riconoscere se stesso, e da quella scoperta ci appare un tango insolito e completamente diverso da quello che siamo abituati a vedere e a pensare; un Tango che mette in rilievo le singole caratteristiche di ognuno dei personaggi assumendo sfumature e aspetti comici, buffi e esagerati. Scopriremo la sua trasformazione nelle varie manifestazioni: dieci personaggi grotteschi che con i loro discorsi ci trasporteranno in una dimensione unica fatta da vizi e convinzioni, debolezze e desideri che non sono estranei a nessuno di noi. Tutti questi personaggi sono gestiti da uno spiritoso Barman che assume quattro bellissime soubrette tanghere per attirare clienti nel suo vecchio locale.  Il Barman che è il personaggio chiave dello spettacolo e rispecchia pregi e difetti di un qualsiasi barman, che tutti i giorni è in contatto con centinaia di persone, ognuno delle quali gli insegna sempre qualcosa, si confida con lui, lo fa arrabbiare, lo emoziona, lo sorprende e forse lo rende sempre migliore. È un barman che riesce a gestire qualsiasi discorso parlando di qualsiasi argomento specifico nonostante le conoscenze limitate, questo è possibile proprio perché ha acquisito il suo sapere dal contatto costante con i propri clienti. Il Barman diventa una specie di psicologo e ha imparato a conoscere le persone; queste si rilassano al banco del suo bar e si aprono a lui mostrandogli il loro vero volto: specchio di debolezze, vizi e desideri.

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INCONTROVERSO
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